ITINERARIO

A Capo Foppa imbocco il sentiero 153 che si inoltra sopra la Valle Asinina, prima in piano, poi in dolce salita attraverso i boschi di faggio, fino a raggiungere la Baita Baciamorti, dove la vegetazione si dirada lasciando spazio a estesi pascoli.
Dalla baita salgo al Passo Baciamorti (1541 m).
Lasciando a sinistra il sentiero 101, che sale da Cassigiio e attraversa il versante meridionale della montagna, imbocco il sentierino non segnalato ma ben visibile che risale la facile e panoramica cresta erbosa, ripida solo nell'ultimo tratto, che culmina sulla vetta del Pizzo Baciamorti, vicino alla bella Madonnina bronzea; straordinario il panorama a 360° sulla Val Taleggio, l'imponente Pizzo dei Tre Signori e i suggestivi gruppi orobici occidentali: Campelli, Grigne e Resegone (2006 m).
Continuando sulla cresta in direzione ovest guadagno ben presto in falsopiano la cima del Monte Aralalta (2003 m).
Da qui, per ripido tracciato, scendo sul versante ovest alla bocchetta sottostante, dove incrocio il Sentiero delle Orobie Occidentali (101) proveniente dal Passo Baciamorti e lo seguo, salendo ai pascoli di baita Cabretondo e calando poi alla Bocchetta di Regadur (1853 m).
Proseguo sul 101, che corre su morbido fondo di pascoli in piacevole falsopiano verso nordovest, tenendomi possibilmente sulle alture soprastanti per godere al meglio del panorama.
Al Passo Sodadura, lasciato il 101, prendo a sinistra l'evidente traccia segnalata da paletti di legno bianchi che risale la ripida cresta sudest del Monte Sodadura tra erbe e roccette e porta alla Madonnina di vetta, gemella di quella del Baciamorti, dalla quale la vista si apre anche sulla sottostante dolce prateria dei Piani di Artavaggio con i rifugi Cazzaniga e Nicola (2011 m).
Sceso al Passo Sodadura, imboccando sulla destra un'evidente traccia non segnalata mi abbasso alla Casera Aralalta, dove mi aggancio al sentiero 9DOL , quello vecchio stretto che corre in alto, che mi guida fino all’ex-Rif. Cesare Battisti ai Piani d'AIben. 
Costeggio una grande pozza per poi abbassarmi al rifugio Gherardi (1647 m).
Dal rifugio seguo la strada gippabile che scende a Capo Foppa, abbreviando il percorso con scorciatoie a vista.

Note
Queste montagne, verdeggianti d'estate, con la neve acquistano un fascino particolare. Grazie ai percorsi sicuri e all'appoggio dei rifugi aperti ai Piani di Artavaggio e ai Piani d'Alben, sono frequentate anche d'inverno da molti escursionisti e scialpinisti: questo vale anche per l'anello descritto, da compiere in condizioni di neve stabile ed eventualmente con le ciaspole.

N. B.
Per una più dettagliata descrizione vedi 'I più bei sentieri della Lombardia Centrale' di Piero Gritti e Sergio Papucci, Ed. Blu - Torino, alle pag. 140-142